QUANDO LA RELIGIONE NASCONDE IL MESSIA ATTRAVERSO LA LEGGE

 

 

   Il Signore Yehoshoua Mashiah [Gesù il MESSIA] si è rivelato ai suoi discepoli affinché quest’ultimi annunciano il Vangelo alle nazioni (Gal 1: 12-17). Sfortunatamente, molti leader evangelici preferirono ricucire il velo della legge di Mosè mettendo un giogo sui cristiani e imponendo loro alcune pratiche della legge come la decima, gli abiti sacerdotali, la costruzione degli edifici di chiesa, l’osservazione dei giorni ecc. Queste cose erano l'ombra delle cose a venire, cioè una prefigurazione dell'opera della croce compiuta da Cristo.

 

«Egli ci ha anche resi idonei a essere ministri di un nuovo patto, non di lettera, ma di Spirito; perché la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica. Or se il ministero della morte, scolpito in lettere su pietre, fu glorioso, al punto che i figli d'Israele non potevano fissare lo sguardo sul volto di Mosè a motivo della gloria, che pur svaniva, del volto di lui, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? Se, infatti, il ministero della condanna fu glorioso, molto più abbonda in gloria il ministero della giustizia. Anzi, quello che nel primo fu reso glorioso, non fu reso veramente glorioso, quando lo si confronti con la gloria tanto superiore del secondo; infatti, se ciò che era transitorio fu circondato di gloria, molto più grande è la gloria di ciò che è duraturo. Avendo dunque una tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza, e non facciamo come Mosè, che si metteva un velo sul volto, perché i figli d'Israele non fissassero lo sguardo sulla fine di ciò che era transitorio. Ma le loro menti furono rese ottuse; infatti, sino al giorno d'oggi, quando leggono l'antico patto, lo stesso velo rimane, senza essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito. Ma fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul loro cuore; però quando si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso. Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c'è lo Spirito del Signore, lì c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito». 2Corinzi 3:6-18

 

«Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai rifiutato la conoscenza, anch'io rifiuterò di averti come mio sacerdote; poiché tu hai dimenticato la legge del tuo Dio, anch'io dimenticherò i tuoi figli». Osea 4:6

 

In questo passaggio, Dio fa un'amara osservazione, il suo popolo è condannato alla distruzione a causa dell'ignoranza in cui rimane in quanto alla propria identità ed a l'identità di Dio. Questo è ancora vero oggi perché l'ignoranza è uno dei mali delle nostre chiese. Molti cristiani in realtà non conoscono la loro posizione in Cristo.

 

L'apostolo Paolo avvisava già i suoi contemporanei dei rischi dell'ignoranza della Nuova Alleanza e dei suoi effetti. «Io dico: finché l'erede è minorenne, non differisce in nulla dal servo, benché sia padrone di tutto; ma è sotto tutori e amministratori fino al tempo prestabilito dal padre. Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli elementi del mondo; ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione». Galati 4:1-5

 

La parola "bambino" in questo verso deriva dal termine greco nepios che significa anche "ignorante". È essenziale che i cristiani comprendano la profondità dell'opera della croce compiuta dal Signore perché la religione incoraggia la passività e l'ignoranza. Inoltre, per beneficiare della grazia, dobbiamo uscire dai sistemi religiosi.

 

«Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù. Ecco, io, Paolo, vi dichiaro che, se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla. Dichiaro di nuovo: ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare tutta la legge. Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia. Poiché quanto a noi, è in spirito, per fede, che aspettiamo la speranza della giustizia. Infatti, in Cristo Gesù non ha valore né la circoncisione né l'incirconcisione; quello che vale è la fede che opera per mezzo dell'amore». Galati 5:1-6

 

I Galati erano caduti sotto il giogo della legge di Mosè. Cominciarono a osservare il sabato, le feste di Yahweh e praticare la circoncisione per ottenere la giustificazione. Oggi, la maggior parte delle chiese sono ancora prigioniere della legge di Mosè. Troviamo lì le dottrine che richiedono ai cristiani di pagare la decima, le offerte di ringraziamento, di osservare i giorni come il sabato o la domenica, le feste, l'ordinazione, la presentazione dei bambini al Signore dal pastore. Gli edifici sono erroneamente chiamati "chiese" o "templi" mentre la Chiesa è un edificio spirituale composto da veri cristiani (Ef 2, 22; 1 Pi. 2: 5; 1 Co. 3:16). Solo i pastori sono considerati sacerdoti, mentre abbiamo un sommo sacerdote Yehoshoua Mashiah [Gesù il MESSIA] (Ebrei 4:14).

 

«ma ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, di cui volete rendervi schiavi di nuovo? Voi osservate giorni, mesi, stagioni e anni! Io temo di essermi affaticato invano per voi». Galati 4:9-11

 

Eppure, Mosè profetizzò la venuta del Messia che avrebbe liberato il suo popolo dalla schiavitù del peccato, dei demoni e della Legge (De. 18: 15-19).

  

      a)      Cos’è la legge?

 

«Dopo queste cose, egli uscì e notò un pubblicano, di nome Levi, che sedeva al banco delle imposte, e gli disse: Seguimi. Ed egli, lasciata ogni cosa, si alzò e si mise a seguirlo. Levi gli preparò un grande banchetto in casa sua; e una gran folla di pubblicani e di altre persone erano a tavola con loro. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai discepoli di Gesù: Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori? Gesù rispose loro: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, bensì i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento. Essi gli dissero: I discepoli di Giovanni digiunano spesso e pregano; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono. Gesù disse loro: Potete far digiunare gli amici dello sposo, mentre lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto: allora, in quei giorni, digiuneranno. Disse loro anche una parabola: Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo a un vestito vecchio; altrimenti strappa il nuovo, e il pezzo tolto dal nuovo non si adatta al vecchio. Nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo fa scoppiare gli otri, il vino si spande, e gli otri vanno perduti. Ma il vino nuovo va messo in otri nuovi. E nessuno, che abbia bevuto vino vecchio, ne desidera del nuovo, perché dice: "Il vecchio è buono"». Luca 5:27-39

 

In questo passaggio, il Signore Yehoshoua [Gesù] è interpellato dagli scribi e i farisei durante il pasto offerto da Matteo. Furono stupiti di vedere Gesù mangiare con gli esattori delle tasse e i peccatori. Gli esattori delle tasse erano ebrei che riscuotevano le tasse sui loro fratelli ebrei a beneficio dei romani, che costituivano una forza di occupazione nel paese. Consideravano che Zaccheo capo degli esattori delle tasse, minava gli interessi del popolo ebrei spogliandolo e rubandolo senza motivo legittimo poiché la tassa andava agli stranieri. Possiamo anche supporre che Zaccheo prelevava più della quota che pagava ai romani (Lu. 19). Ovviamente, la Legge condanna il furto, quindi i farisei e gli scribi non volevano in nessun modo avere una relazione con i peccatori.

 

Per rispondere ai farisei e agli scribi, Gesù usa una parabola a partire della quale svilupperemo il nostro insegnamento sulla Legge. In questa parabola Gesù parla di vecchio vino, vecchi otri, nuovo vino e nuovi otri.

 

1-      Il Vecchio vino: l'Antica Alleanza detta "Legge di Mosè"

 

Nel contesto di questa parabola, il vecchio vino rappresenta la Legge di Mosè o l'alleanza del Sinai data a Israele (Es. 19: 5). Questa alleanza fu conclusa esclusivamente con la nazione di Israele e conteneva un totale di 613 regole. Sul monte Sinai, Dio diede a Mosè due tavole di pietra sulle quali erano incisi i dieci comandamenti della legge "scritta". I dieci comandamenti erano stati scritti dal dito di Dio sulla pietra, poi furono integrati altri seicentotre comandamenti che costituivano la "Legge orale" che Mosè mise anche per iscritto quando scese dalla montagna. La legge di Mosè contiene quindi 613 comandamenti costituendo un insieme coerente. Tuttavia, per facilitare il suo studio, è stata diviso in tre parti: le leggi morali, le leggi cerimoniali e le leggi civili o sociali.

 

2-      Gli otri nuovi rappresentano pubblicani o peccatori

 

Gli otri nuovi rappresentano i pubblicani, i ladri, le prostitute che Dio riscatta per il suo servizio. Queste persone non sono state contaminate dalle tradizioni degli uomini. Sono generalmente non istruiti e sono spesso usati da Dio per liberare il Suo popolo. Ancora oggi Dio genera un esercito di uomini e donne che non sono contaminati dalla religione, la teologia e il peccato.

 

«Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio». 1Corinzi 1:26-29

 

3-      I vecchi otri rappresentano i farisei

 

In questa parabola del Signore, i vecchi otri rappresentavano i farisei, gli scribi e i sacerdoti. Oggi, designano alcuni leader cristiani che sono più attaccati alla teologia, ai titoli e alle tradizioni degli uomini che alla condotta dello Spirito Santo e alla salvezza delle anime.

 

«…Così avete annullato la parola di Dio a motivo della vostra tradizione. Ipocriti! Ben profetizzò Isaia di voi quando disse: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d'uomini"». Matteo 15:6-9

 

4-      Il vino nuovo simboleggia la Nuova Alleanza

 

L'epistola agli ebrei ci mostra che Yahweh aveva da tempo riservato la sua nuova alleanza ai credenti di cuore puro avendo accettato l’opera della croce. Il suo autore cita specificamente la profezia data a Geremia nel 627 a.C. (Geremia 31: 31-34).

 

«Perché se quel primo patto fosse stato senza difetto, non vi sarebbe stato bisogno di sostituirlo con un secondo. Infatti Dio, biasimando il popolo, dice: Ecco, i giorni vengono, dice il Signore, che io concluderò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda, un patto nuovo; non come il patto che feci con i loro padri nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto; perché essi non hanno perseverato nel mio patto, e io, a mia volta, non mi sono curato di loro, dice il Signore. Questo è il patto che farò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore: io metterò le mie leggi nelle loro menti, le scriverò sui loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. Nessuno istruirà più il proprio concittadino e nessuno il proprio fratello, dicendo: "Conosci il Signore!" Perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro. Perché avrò misericordia delle loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati. Dicendo un nuovo patto, egli ha dichiarato antico il primo. Ora, quel che diventa antico e invecchia è prossimo a scomparire.» Ebrei 8:7-13

 

Alcuni teologi ritengono che la cosiddetta "nuova" alleanza sia solo il miglioramento della prima, arrivando al punto di evitare di usare il termine "Testamento di Gesù". Tuttavia, questo passaggio della Bibbia ci dice che Dio promette di fare una NUOVA ALLEANZA e che dichiara la prima VECCHIA.

 

Il Messia venne per compiere perfettamente la Legge ma anche per abrogare una vecchia alleanza dichiarata imperfetta, e quindi per stabilire una Nuova Alleanza. Ecco cosa dice l'epistola agli ebrei su questo argomento: «Se dunque la perfezione fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico (perché su quello è basata la legge data al popolo), che bisogno c'era ancora che sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec e non scelto secondo l'ordine di Aaronne? Poiché, cambiato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un cambiamento di legge. Infatti, queste parole sono dette a proposito di uno che appartiene a un'altra tribù, della quale nessuno fu mai assegnato al servizio dell'altare; è noto infatti che il nostro Signore è nato dalla tribù di Giuda, per la quale Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. E la cosa è ancor più evidente quando sorge, a somiglianza di Melchisedec, un altro sacerdote che diventa tale non per disposizione di una legge dalle prescrizioni carnali, ma in virtù della potenza di una vita indistruttibile; perché gli è resa questa testimonianza: Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec. Così, qui vi è l'abrogazione del comandamento precedente a motivo della sua debolezza e inutilità (infatti la legge non ha portato nulla alla perfezione); ma vi è altresì l'introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio. Questo non è avvenuto senza giuramento. Quelli sono stati fatti sacerdoti senza giuramento, ma egli lo è con giuramento, da parte di colui che gli ha detto: Il Signore ha giurato e non si pentirà: "Tu sei sacerdote in eterno". Ne consegue che Gesù è divenuto garante di un patto migliore del primo.» Ebrei 7:11-22

 

      b)      Fine della Legge mosaica

 

«Questo è una figura per il tempo presente. I doni e i sacrifici offerti secondo quel sistema non possono, quanto alla coscienza, rendere perfetto colui che offre il culto, perché si tratta solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma, di regole carnali imposte fino al tempo di una loro riforma.» Ebrei 9:9-10

 

La legge di Mosè fu imposta fino al tempo della riforma, cioè, fino alla venuta del Messia per dare la sua vita in sacrificio. Gesù lo proclamò lui stesso: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento.» Matteo 5:17

 

In questo passaggio, è questione della legge cerimoniale, che comprendeva soprattutto i sacrifici di animali e che prefigurava il sacrificio espiatorio di Yehoshoua Mashiah [Gesù il MESSIA]. Il verbo "compiere" usato in questo verso deriva dal greco pleroo che significa anche "concludere". In effetti, un lavoro concluso è un lavoro compiuto. Cristo venne per concludere la legge cerimoniale che proclamava il suo sacrificio. Questo sacrificio essendo fatto, non deve più ricominciarlo perché è perfetto. Ecco perché prima di rendere lo spirito sulla croce, Gesù annunciò chiaramente che tutto era adesso compiuto (Giovanni 19:30).

 

«Poi disse loro: Queste sono le cose che io vi dicevo quand'ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi». Luca 24:44

 

Le ordinanze (decime, sabati, feste, ecc.) sono abolite

 

«Certo anche il primo patto aveva norme per il culto e un santuario terreno». Ebrei 9:1

 

Cosa sono le ordinanze? Nel senso di procedura, le ordinanze si applicano a tutte le prescrizioni riguardo alla festa della Pasqua (Es. 12; N. 9; 2 Cro. 35:13), la Festa dei Tabernacoli (Ne 8:18), l’osservazione del sabato (Ez 20: 11-12) e l’adorazione nel tempio (Ez. 43: 11,18; 44: 5). Esse riguardano anche i sacrifici (Lev. 5:10; 9:16; N. 15: 16,24; Es. 3: 4). Queste ordinanze erano legate al culto di Yahweh. Dio, infatti, chiese agli ebrei di osservare queste ordinanze che lui aveva dato a Mosè per tutto Israele (Mal. 4: 4). Tra esse c'erano le decime, i sabati, le feste, il divieto di consumare animali impuri ecc.

 

«ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione». Galati 4:4-5

 

Gesù è nato sotto la Legge, ha camminato secondo la legge per liberare coloro che erano condannati dalla Legge.

 

«la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace». Efesini 2:15

 

Si noti che il verbo abolire, spesso tradotto da "annientato", viene dal greco katargeo che significa "rendere inefficace" o "inattivo".

 

«egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce». Colossesi 2:14

 

La mancata osservanza di queste cose provocava la morte o la maledizione, ma Gesù le ha annientate. Non c'è più alcuna condanna da ora in poi per tutti coloro che sono in Cristo (Ro. 8: 1-2).

 

«Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, a noviluni, a sabati, che sono l'ombra di cose che dovevano avvenire; ma il corpo è di Cristo». Colossesi 2:16-17

 

«poiché Cristo è il termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro che credono». Romani 10:4

 

«Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: È compiuto! E, chinato il capo, rese lo spirito.» Giovanni 19:30

 

La morte del Messia ha soddisfatto i requisiti della giustizia divina e ha adempiuto la Legge. Ciò significa che ha raggiunto il suo scopo essenziale e che la sua applicazione è finita perché è diventata inutile, privo di oggetto. Yehoshoua Mashiah [Gesù il MESSIA] ha presentato il suo sacrificio così come la nostra condizione adamica davanti al trono del Padre. Grazie a lui siamo liberati dalla maledizione della Legge (Gal. 3:13) e siamo benedetti di tutte le benedizioni spirituali nei luoghi celesti in Cristo (Ef 1: 3). Adempiendo le leggi cerimoniale, Gesù ci ha redenti e ci ha resi capace di praticare leggi morali (Ep. 2:10). liberato dal suo prezioso sangue, ora siamo concittadini dei santi perché ci ha trasportato nel suo Regno (Col 1: 2-14).

 

«E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito. Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, le tombe s'aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono.» Matteo 27:50-52

 

Il velo precedentemente istituito per ordine di Dio per separare il luogo santo dal Santo dei Santi dove il sommo sacerdote andò il giorno delle espiazioni (Es. 26: 31-37) fu strappato, segnando così la fine dei riti prescritti da Mosè.

 

Pertanto, grazie al sacrificio di Yehoshoua Mashiah [Gesù il MESSIA], ora possiamo accedere liberamente alla presenza di Dio (Ebrei 9 e 10). La dominazione del clero, la sacralizzazione di un giorno riservato al Signore, le offerte del profeta, il ringraziamento, la decima, la venerazione dell'edificio che funge da tempio, il valore dato all'abbigliamento sacerdotale hanno certamente un'origine biblica ma non sono più rilevanti e quindi contrari alla volontà divina e alla semplicità del Vangelo. Peggio ancora, queste cose impediscono i cristiani di presentarsi davanti a Dio per adorarlo in modo semplice e vero.

 

Ma poiché la prima Alleanza era imperfetta, a che cosa serviva allora?

 

      c)        La Legge di Mosè era un’ombra delle cose a venire

 

«La legge, infatti, possiede solo un'ombra dei beni futuri, non la realtà stessa delle cose. Perciò con quei sacrifici, che sono offerti continuamente, anno dopo anno, essa non può rendere perfetti coloro che si avvicinano a Dio.» Ebrei 10:1

 

La legge in questione qui è la legge cerimoniale che annunciava l'avvento del Messia. In questo verso, la parola "ombra" si dice skia in greco e significa "un'immagine lanciata da un oggetto e che rappresenta la forma di quell’oggetto". Pertanto, tutti i simboli della legge cerimoniale parlavano delle cose a venire.

 

«Ma prima che venisse la fede eravamo tenuti rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede. Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore.» Galati 3:23-25

 

Dai greci, il pedagogo era uno schiavo di fiducia a cui era affidata la cura dei bambini. Li accompagnava, e rispondeva della loro vita e della loro condotta. Doveva proteggerli, portarli a scuola e portarli a casa. Questo tutoraggio si terminava quando il bambino raggiungeva la maggiore età, quando quest’ultimo raggiungeva sufficientemente la maturità per occuparsi degli affari di suo padre. L'apostolo Paolo paragona la Legge a un insegnante che ci ha condotto a Cristo nostro Redentore. Le leggi cerimoniali, in quanto pedagogo, non avevano più utilità dopo la morte di Cristo sulla croce. Ora è lo Spirito Santo che ha preso il sopravvento per condurci in tutta la verità (Gv. 16).

 

«Io dico: finché l'erede è minorenne, non differisce in nulla dal servo, benché sia padrone di tutto; ma è sotto tutori e amministratori fino al tempo prestabilito dal padre. Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli elementi del mondo; ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione. E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: Abbà, Padre. Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio.» Galati 4:1-7

 

I credenti, tuttavia, possono reintrodurre un velo spirituale che nasconde l’opera della croce. Quando questo velo rimane su di noi, ci rende ciechi e ci tiene schiavi delle ordinanze dell'Antica Alleanza, mentre la Nuova, che è di molto superiore in gloria, è proprio destinata a liberarci.

 

«Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c'è lo Spirito del Signore, lì c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito.» 2Corinzi 3:17-18

 

     d)      Quando viene ricucito il velo

 

«Nessuno accende una lampada e poi la copre con un vaso, o la mette sotto il letto; anzi la mette sul candeliere, perché chi entra veda la luce.» Luca 8:16

 

Yehoshoua Mashiah [Gesù il MESSIA] parlava spesso in parabole quando era con la folla, ma spiegava tutto ai suoi discepoli in un linguaggio semplice. In questo passaggio ci sono molti simbolici che spiegheremo.

 

1-      La lampada

 

La lampada in questione in questo passaggio rappresenta la Parola di Dio, come sta scritto: «La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero.» Salmi 119:105

 

Questa lampada è la Parola di Dio, la sana dottrina, la verità o ancora Yehoshoua Mashiah [Gesù il MESSIA]. La Parola profetica è paragonata a una lampada che brilla in un luogo buio (2 Pi. 1:19).

 

2-      Il vaso

 

«In una grande casa non ci sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un uso nobile e gli altri a un uso ignobile. Se dunque uno si conserva puro da quelle cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona.» 2Timoteo 2:20-21

 

La casa è il mondo. I vasi di uso base (di argento, di terra, di legno) rappresentano gli uomini, la religione con la sua parte di tradizioni umane, le denominazioni o gli "ismi" in cui gli uomini hanno rinchiuso la verità. Ognuna di queste denominazioni legge la Bibbia con i propri occhiali. Yehoshoua Mashiah [Gesù il MESSIA] diventa quindi un mistero che solo i cosiddetti iniziati alla teologia possono conoscere. Nel loro mondo, si deve far parte di una casta per ricevere la rivelazione. Queste organizzazioni puramente umane e diaboliche hanno ricucito il velo che il Signore, lui stesso ha strappato morendo sulla croce.

 

I cristiani quant’a loro sono vasi d'oro a chi il Signore chiede di uscire da sistemi mondani e religiosi.

 

«Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi.» Apocalisse 18:4

 

«Usciamo quindi fuori dall'accampamento e andiamo a lui portando il suo obbrobrio. Perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura.» Ebrei 13:13-14

 

La parola accampamento, parambole in greco, significa "fortezza" o "prigione". Questa parola oggi rappresenta il cristianesimo paganizzato, legalistico e formalizzato che priva gli uomini del beneficio della grazia.

 

3-      Il candelabro

 

«Scrivi dunque le cose che hai viste, quelle che sono e quelle che devono avvenire in seguito, il mistero delle sette stelle che hai viste nella mia destra, e dei sette candelabri d'oro. Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese, e i sette candelabri sono le sette chiese.» Apocalisse 1:19-20

 

Il candelabro in questa parabola è l'immagine della Chiesa che è la luce del mondo (Mt 5:14). Quando nacque, Cristo, la lampada, era in mezzo a essa (i sette candelabri di Apocalisse 1:13). Gesù era la luce che illuminava il suo popolo, motivo per cui miracoli e conversioni erano comuni. Tuttavia, la conclusione delle lettere alle sette chiese menzionate nel libro dell'Apocalisse è allarmante perché Cristo si ritrova fuori della casa. Non era più in mezzo ai sette candelabri (Chiesa) ma davanti alla porta (Apocalisse 3:20) a causa del peccato, della reintroduzione dei dogmi mosaici e delle false dottrine come quella della Trinità.

 

Shora KUETU, dal libro “GESÙ (il Signore è salvezza), il mistero rivelato”

https://www.tv2vie.org/books/jesus-mystere-revele/

 

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