INTRODUZIONE

   

 

    Chi non si è mai stupito osservando la distesa celeste, e si è mai chiesto chi fosse all’origine di un tale capolavoro? Da sempre, gli uomini, spinti da una specie d’istinto, scrutano il firmamento per tirarne presagi e per discernere il mistero di ciò che contiene. È senza dubbio in quello stato d’animo che erano quei magi, che dal loro oriente nativo, hanno visto un giorno apparire nel cielo una stella speciale. Quella stella, che non era altro che la stella del mattino (Ap. 22: 16), ha condotto loro dal Re dei giudei appena nato in una stalla modesta (Mt. 2). Quel bambino era ben più di un uomo e ben più di un re. Era il sole levante (Lc. 1 :78), la luce venuta nel mondo per illuminare gli uomini (Gv. 1: 9; 8: 12). Prosternandosi davanti a quel neonato così speciale, i magi hanno riconosciuto il loro creatore, il vero Dio (1 Gv. 5: 20), colui per cui e da chi esistono tutte le cose (Gv. 1: 3; Col. 1: 15-16). Avevano loro coscienza a quel momento che si trovavano davanti al mistero della pietà, rimasto enigmatico anche per i profeti che l’avevano annunciato tanti secoli prima?

 

«Intorno a questa salvezza ricercarono e investigarono i profeti che profetizzarono della grazia destinata a voi, cercando di conoscere il tempo e le circostanze che erano indicate dallo Spirito di Cristo che era in loro, e che attestava anticipatamente delle sofferenze che sarebbero toccate a Cristo e delle glorie che le avrebbero seguite. A loro fu rivelato che, non per se stessi ma per noi, amministravano quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno predicato l'evangelo, mediante lo Spirito Santo mandato dal cielo; cose nelle quali gli angeli desiderano riguardare addentro.» 1Pietro 1:10-12

 

«E, rivolgendosi ai discepoli, disse loro privatamente: Beati gli occhi che vedono quello che voi vedete! Perché vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere quello che voi vedete, e non l'hanno visto; e udire quello che voi udite, e non l'hanno udito.» Luca 10: 23-24.

 

Cos’è un mistero? La parola mistero indica letteralmente una cosa nascosta o un segreto. Nel testamento di Yehoshoua [Gesù], questo termine si riferisce ad una azione o una dispensazione di Dio tenuta nascosta fino al tempo fissato (Ro. 16: 25-26), oppure fino al momento in cui lo Spirito Santo abbia preparato l’uomo a riceverne la rivelazione (Mc. 4 :11).

 

Tutta la durata del suo servizio pubblico, il nostro Signore Yehoshoua [Gesù] ha avuto a che fare con due gruppi di persone: la folla (dal greco ochlos: gruppo di uomini in disordine), e i discepoli. La folla era composta di persone che seguivano Yehoshoua [Gesù] per interesse personale e non per avere la vita. Il Signore parlava loro in parabole perché i loro cuori erano induriti. Il secondo gruppo era composto dei discepoli ai quali il Signore spiegava le sue parabole perché Dio li aveva scelto per affidare loro i misteri del Regno (Mt. 13).

 

«Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo? Essi risposero: Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti. Ed egli disse loro: E voi, chi dite che io sia? Simon Pietro rispose: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Gesù, replicando, disse: Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.» Matteo 16: 13-17.

 

Perché Yehoshoua [Gesù] ha fatto questa domanda ai suoi discepoli? Perché voleva fare capire loro che la sua identità era un mistero (Col. 1: 24-27; Col 2: 1-3) che poteva essere rivelato soltanto da Dio. Or questa rivelazione è riservata soltanto a coloro che hanno accesso all’intimità del Maestro per scoprirne i segreti.

 

«Le cose occulte appartengono all'Eterno, il nostro DIO, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge.» Deuteronomio 29: 29.

 

«In verità tu sei un Dio che ti nascondi, o DIO d'Israele, o Salvatore.» Isaia 45: 15.

 

Quindi per conoscere l’identità di Yehoshoua [Gesù] e accettare la sua divinità, è necessario ricevere l’intelligenza che viene dallo Spirito Santo.

 

«Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna. Figlioli, guardatevi dagl'idoli.» 1 Giovanni 5: 20-21.

 

In questo passaggio, la parola «intelligenza» viene dal greco «dianoia» che significa «spirito come facoltà di comprensione», «comprensione», «spirito», «cuore» etc. Questa parola è tradotta come «pensiero» in Mt 22: 37 e come «spirito» in Efesini 1: 18 dove Paolo chiedeva a Dio d’illuminare gli occhi dello spirito agli santi di Efeso affinché capiscano le cose dello spirito.

 

È quindi inutile andare in una scuola o università biblica poiché è impossibile ricevere lì questa illuminazione. Per conoscere il vero Dio, gli uomini devono ricevere lo spirito di comprensione che solo Yehoshoua [Gesù] può dare. Non potete afferrare la divinità di Gesù senza questo spirito. Anzi, Gabriele ha dovuto aprire la mente di Daniele affinché capisca le scritture (Daniele 9: 22). Allo stesso modo, Yehoshoua [Gesù] ha dovuto aprire le menti di due suoi discepoli affinché capiscano le scritture che lo riguardavano (Lc 23: 45). Da solo, l’uomo spirituale capisce le cose di Dio (1 Co. 2: 15-16). Ecco perché la maggior parte di coloro che hanno riconosciuto Yehoshoua [Gesù] come il Messia che doveva venire non erano persone di grande istruzione.

 

«In quel tempo Gesù prese a dire: Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli.» Mt 11: 25.

 

L’eunuco etiope, che era uno dei principali signori della corte di Candace, regina degli Etiopi, leggeva il profeta Isaia senza capire il suo messaggio (Atti 8: 26-39). È l’archetipo di molti cristiani, pastori, teologi e predicatori che non hanno ricevuto lo spirito di comprensione che permette di capire la divinità di Yehoshoua [Gesù]. Non soltanto leggono le scritture ogni giorno senza capirle ma in più insegnano la trinità, negano la paternità di Yehoshoua [Gesù], persino la sua esistenza.

 

Gesù è veramente il Dio Onnipotente. Lo Spirito Santo è colui che ci permette di capirlo. Questo è il motivo per cui predichiamo Yehoshoua Mashiah [Gesù il Messia], la saggezza misteriosa e nascosta di Dio, che Dio prima dei secoli aveva predestinato per noi (1 Co. 2: 7).

 

Shora KUETU, dal libro “GESÙ (il Signore è salvezza), il mistero rivelato”

https://www.tv2vie.org/books/jesus-mystere-revele/

 

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